Non vi hanno assunto? Forse avete tralasciato qualcosa di voi.
È come una zanzarina fastidiosa la sensazione di avere tralasciato qualcosa nel corso dei colloqui di lavoro e poi, se non vi dicono più nulla (malcostume diffuso quando non si è stati scelti), questo ronzio si trasforma in un ammazza-zanzare con auto-dichiarazioni rassicuranti del tipo:
“Non mi meritavano…
Ma poi, che sarà mai….
Colpa di quel selezionatore… ”
Differenza di interessi tra chi assume e un candidato
Un consiglio? Lasciate stare l’autostima e mettetevi invece ad esaminare criticamente quanto avevate predisposto per il colloquio: rimane un utile esercizio per capire se e come ci si sia sbagliati con l’obbiettivo di SBAGLIARE DI MENO NEI PROSSIMI COLLOQUI.
Ricordatevi sempre che i vostri obbiettivi non sono per nulla quelli di chi vi seleziona(vedi figura a fianco) mentre, ad esempio, il solo lasciare un buon ricordo di voi può favorire degli indiretti recall dei selezionatori per altre opportunità.
Fare BENE il lavoro di preparazione ai colloqui di lavoro, È UN LAVORO, ecco una guida a tendine con un sacco di spunti.
Le tendine da consultare
Colloqui di lavoro – Preparatevi prima, anche con una scaletta
È molto importante arrivare ai colloqui, preparati, pronti a fare un efficace racconto di voi stessi e anche consapevoli di quello che vi potrà essere offerto, della compatibilità o meno con il vostro profilo e dei vantaggi che sarete in grado di apportare alla nuova azienda.
• Informatevi sulle persone che dovrete incontrare e su come raggiungere il posto in cui è stato fissato il colloquio.
• Prendete nota con cura dei recapiti del vostro contatto, preparate il vostro Curriculum e portatene una copia con voi (sembra una banalità ma a volte la tensione fa dimenticare..).
• Recatevi al colloquio con alcune informazioni sull’azienda in questione, dimostrando così che conoscete la loro realtà. Guardate anche siti di aziende concorrenti, leggete riviste specializzate, così da essere informati su ciò che accade nel settore.
• Rileggete bene il Curriculum, per essere capace di dimostrare che corrisponde al profilo ricercato.
• Curate il vostro look (essendo però comunque a vostro agio): la prima impressione è importante.
• Prima del colloquio, perché non provate ad allenarvi a parlare con calma? Potreste registrarvi, ascoltare il tono della voce e/o valutare se parlate troppo velocemente.
Colloqui di lavoro – 9 domande da prepararsi, per l’interlocutore
Queste 9 domande saranno l’occasione per esprimere il vostro entusiasmo e interesse. Sarà importante preparare le domande da porre all’interlocutore, prima di presentarvi al colloquio:
• Quante sono le altre persone della divisione?
• Quali sono i rapporti professionali che avremo?
• Ci sono possibilità di formazione in azienda?
• Quali saranno le mie responsabilità principali?
• Sarò in contatto con altre divisioni, clienti o fornitori?
• Che tipo di lavoro, che non rientra nelle mie funzioni, potrei dover svolgere?
• Che possibilità ci sono di aumentare le mie responsabilità?
• La società ha dei piani d’espansione? Che conseguenze avranno su di me?
• Quali sono le possibilità di crescita in azienda?
Colloqui di lavoro – Scaletta di autopresentazione, adattabile al tipo di interlocutore
Dopodiché preparate e studiate una scaletta di autopresentazione che non deve essere lunga: al massimo di 10 o 15 minuti. Questo per poter dare al selezionatore il tempo per fare le sue domande e per chiederci ulteriori precisazioni.
Linguaggio e maggiore/minore focus sulla professionalità dovrete adattarli a seconda che il vostro interlocutore sia:
• un selezionatore esterno;
• il responsabile del personale;
• oppure il vostro futuro capo.
Con quest’ultimo dovrete utilizzare un linguaggio più tecnico e fornire maggiori dettagli sulle vostre competenze e sui compiti precedentemente svolti.
Colloqui di lavoro – Scaletta di autopresentazione: occhio al selezionatore
Se il selezionatore è un “senior” – andrà subito al sodo e gli interesserà capire la vostra personalità.
Consiglio: mostrate carattere, buon senso e rispetto dei ruoli.
Se è “junior” – il suo metro di paragone sarà sé stesso non avendo grande esperienza. Entusiasta, curioso e ottimista.
Consiglio: facile entrargli in sintonia se vi mostrerete simili a lui.
Colloqui di lavoro – La prima impressione (quella che poi rimane), per entrare in empatia
Dalla prima stretta di mano, il selezionatore cercherà di capire chi siete
•Tutti, dalla Receptionist al Direttore, potrebbero dare una propria opinione ed influenzare il selezionatore nella scelta del candidato ideale
•Se vi vengono presentati altri interlocutori in fase di colloquio, guardateli quando li salutate, sorridete e ricordatevi i nomi, per poi poter rivolgervi a loro durante l’incontro
Durante il colloquio di lavoro: regole generali, per entrare in empatia
• Non anticipate le risposte per far notare quanto siate bravi e veloci ad essere “sul pezzo”: parlate dopo avere ascoltato.
• Utilizzate una semplice sincerità per evitare di cadere in contraddizioni successive sul vostro grado di conoscenza delle lingue o altro.
• Deve saltare fuori il vostro lato concreto, attivo, affidabile e propositivo.
• MAI lamentarsi di situazioni lavorative passate.
• MAI addossare la colpa di accadimenti lavorativi ad altri.
Durante il colloquio di lavoro: gli accorgimenti, per entrare in empatia
• Dovrete ANCHE sapere ascoltare, certe volte si è troppo emozionati e non si riesce a concentrarsi. Se manterrete un atteggiamento tranquillo riuscirete ad ascoltare meglio e, quindi, rispondere meglio.
• Prima di rispondere alle domande pensate bene a ciò che dovete dire ed al modo in cui dovrete esprimervi. Vi aiuterà a parlare con più fiducia in voi stessi.
• La gestualità del vostro corpo testimonierà la vostra sicurezza: se sarete entusiasti, magari parlerete anche a gesti, ma attenti a non esagerare.
• Se direte qualcosa che non volevate dire e avrete pensato che possa “danneggiare” la vostra candidatura, rettificate e riformulate la frase in modo più preciso. Fatelo immediatamente, però, perché dopo non potrete tornare su questo punto.
• Dovrete essere sinceri per quanto riguarda i vostri punti di forza ed i punti deboli. Fate vedere che riconoscete i vostri limiti e fate di tutto per migliorarli.
Colloqui di lavoro: le 5 domande “spada”, anche con una scaletta
• «Mi parli brevemente di sé» – Fate capire rapidamente che cosa siete in grado di offrire. Adottate frasi sintetiche ma dettagliate che descrivano esperienze maturate e risultati ottenuti. Ricordate, quanto più la domanda è generica, tanto più è meglio essere precisi e concisi.
• «Perché vorrebbe lavorare per la nostra società?» – Mostrate di conoscere (in profondità) le aree di attività della impresa e le sue strategie di mercato.
• «Qual è il suo principale punto debole?» – Siate sinceri ma senza esagerare cercando anche di mostrare di essere capaci di risolvere i problemi. Riguardo al futuro e alle ambizioni si tratta di riuscire a essere equilibrati (più che spericolati).
• «Dove vede se stesso tra cinque anni» – Ambiziosi ma anche realisti: crescere professionalmente, desiderio continuo di apprendere….. Evitate obiettivi troppo distanti e difficilmente raggiungibili in cinque anni. Non raccontate sogni e ambizioni molto distanti dal realismo aziendale.
• « Perché desidera lasciare la società per la quale sta attualmente lavorando?» – Domanda chiave a cui è bene prepararsi poiché è ragionevole che il selezionatore voglia saperlo: non vuole correre il rischio di avere selezionato un candidato che abbandoni dopo solo qualche mese. Sottolineate che si intende “cogliere una grande opportunità”.
Colloqui di lavoro: i 5 momenti cruciali, tra voi e il selezionatore
1. Primo contatto: è la prima fase di un colloquio in cui voi e il selezionatore cercate di farvi una prima idea dell’altro utilizzando la voce, lo sguardo e la comunicazione non verbale.
2. Seconda fase: Il selezionatore cerca di conoscere meglio possibile le competenze e la personalità del candidato. Questo avviene tramite domande, test,… per sfruttare il poco tempo a disposizione. E’ il momento-chiave su cui ruota tutto quello che accadrà dopo:
• Se il selezionatore non reputa vi possa essere esito positivo, concluderà rapidamente il colloquio.
• Se invece il giudizio sarà stato positivo ve ne accorgerete subito perché il selezionatore inizierà a dare spontaneamente informazioni aggiuntive sul posto di lavoro e sulle attività da svolgere, perché vuole passare al punto 3 successivo.
3. Fase tre: il primo giudizio è stato positivo, ora il selezionatore vuole capire meglio se le vostre competenze sono in linea con il posto di lavoro offerto e le attività da svolgere. Diciamo che il grosso è passato e che è il momento di sottoporre tutti gli eventuali ulteriori documenti accompagnatori del vostro CV (se ne avete). Il primo colloquio è terminato.
4. Momento della Riflessione: dell’azienda ma anche vostra perché le descrizioni delle nuove attività fornitevi dal selezionatore vi avranno aiutato a comporre l’ipotetico quadro del nuovo lavoro e… non è per nulla detto che vi possa piacere per forza…
5. Colloquio con l’azienda e decisioni: vuol dire che avete passato le forche caudine ma che siete ancora in ballo perché, come voi, l’azienda sta approfondendo i candidati delle cosiddetta “short list” che rappresenta la rosa finale dei candidati più indicati. È in questa fase che l’empatia conta un sacco nel comprendere ancora di più quello che ci si aspetta e quello che c’è effettivamente in ballo…. con maggiori dettagli, non ultimo il trattamento economico, l’esatta qualifica e da chi dovrete dipendere organizzativamente . Dopo questa fase vi sarà una riflessione finale dell’azienda che vi comunicherà nel brevissimo, le sue decisioni.
Colloqui di lavoro – Le regole Prima, Durante e Dopo
Per aumentare le possibilità di successo
Prima del colloquio: siate analitici
Ricerca e analisi: raccogliete il maggior numero di informazioni possibili sul futuro datore di lavoro. Il punto di partenza sarà certamente il sito web aziendale. Familiarizzate con la missione aziendale, le performance passate, gli obiettivi futuri e le valutazioni attuali degli analisti. Parlate con chiunque sappiate che abbia lavorato all’interno della stessa organizzazione.
Valutate bene il contenuto del vostro CV: è fondamentale essere preparati a rispondere alle domande che verranno poste in sede di colloquio. Inoltre assicuratevi di aver letto molto attentamente la descrizione del lavoro e pensate ai modi in cui la vostra esperienza potrà portare benefici al potenziale datore di lavoro.
Predisponete una “Cartelletta da Colloquio”: completa di certificati, referenze, una copia dell’annuncio e una lista di domande del tipo:
– Quali saranno le mie responsabilità?
– Come mai si è liberata questa posizione?
– Come mi valuterete?
– Come si inserisce il mio ruolo all’interno della struttura?
– Chi sono i clienti?
– In quale direzione va l’azienda?
– Ci sono piani di espansione?
Preparatevi prima per una serie di domande che vi potranno fare, come:
– Mi parli di lei
– Quali obiettivi ha raggiunto fino ad oggi?
– Finora è soddisfatto/a della sua carriera?
– Mi parli della situazione più difficile che ha dovuto affrontare e come l’ha risolta
– Cosa non le piace del suo ruolo attuale?
– Quali sono i suoi punti di forza/debolezza?
– Che tipo di decisione da dover prendere trova più difficile?
– Perché vuole lasciare il suo attuale lavoro?
Durante il colloquio: siate convincenti
Avvaletevi anche un buon linguaggio non verbale. Salutate il vostro interlocutore in piedi, con una stretta di mano forte e decisa e un sorriso! Mantenete da seduti una postura composta con la schiena dritta ed entrambi i piedi sul pavimento. Parlate in modo chiaro e con sicurezza. Cercate di mantenere un livello di contatto visivo adeguato per tutta la durata del colloquio.
Fasi di un colloquio standard. In genere ogni colloquio si apre con una chiacchierata introduttiva, per poi passare a domande specifiche in merito alla vostra esperienza professionale. Potrebbero seguire le informazioni generali sull’azienda e sul vostro ruolo, fornendovi poi l’occasione di porre voi stessi delle domande.
Ascoltate attentamente. E’ molto importante ascoltare attentamente le domande poste e riflettere sulle risposte fornite. Fate esempi positivi della vostra esperienza avuta ma in modo conciso, tralasciando dettagli irrilevanti. Evitate tuttavia le risposte di una parola sola. In un processo di selezione che comprende più interlocutori, non lasciatevi prendere dalla noia: ogni vostro nuovo interlocutore dovrà essere convinto, mantenendo intatta la vostra curiosità, il vostro entusiasmo e soprattutto la vostra professionalità.
Siate pronti a porre le domande. Preparare prima del colloquio delle domande da porre in seguito. Questo dimostrerà che avete pensato bene al ruolo e avete svolto delle ricerche sull’organizzazione, manifestando il vostro interesse per la posizione e per esporre le vostre motivazioni (quali sono le responsabilità inerenti la posizione, le difficoltà ipotizzabili, le qualità necessarie per avere successo, la cultura dell’azienda, la squadra con la quale lavorerete?) Assicuratevi che siano domande aperte, incoraggiando così l’interlocutore a darvi informazioni aggiuntive. Inoltre non esitate a prendere appunti durante il colloquio
Siate entusiasti! Dimostrate positività per il ruolo, anche se avrete delle riserve. Di quelle si potrà discutere in un momento successivo.
A conclusione del colloquio
• Cercate di sapere se e quando vi contatteranno di nuovo, ma senza insistere. La maggior parte dei selezionatori non vogliono dare termini, prima di aver fatto il punto della situazione per ogni candidato.
• Assicuratevi che abbiano i vostri recapiti per eventualmente contattarvi nuovamente.
• Alla fine del colloquio, ringraziate il vostro interlocutore per avervi dedicato tempo e salutatelo con una energica stretta di mano.
• Salutate ogni persona che incontrate. Non dimenticatevi di salutare la Receptionist andando via, soprattutto se si è occupata di voi durante l’attesa (se ad esempio vi ha servito un caffè o un the…).
Dopo il colloquio: siate ordinati
Scrivete un breve riassunto del colloquio. Finché il ricordo è ancora fresco prendete nota delle risposte che ritenete siano andate meglio e, per converso di ogni domanda a cui avete dimostrato difficoltà nel rispondere.